La serie Volte-Face è stata realizzata nell’arco di 4 anni e rappresenta un invito a voltarsi e scorgere nuovi aspetti delle location classicamente più fotografate al mondo.
Oliver Curtis è un rinomato direttore della fotografia per il cinema. Nel 2012 durante un viaggio al Cairo decise di voltare le spalle alle piramidi e il panorama che gli si palesò davanti lo fece riflettere sulla ricchezza e sulle forti contraddizioni dei luoghi più famosi.
Dove ad un edificio o monumento riconosciuto dalla maggior parte dei turisti, si contrappone uno spazio ugualmente affascinante anche se non canonico.
Inizialmente quello che appare alla vista può sembrare l’antitesi della bellezza, quantomeno quella per così dire standard.
Come afferma Curtis stesso, spesso ci si dimentica che le principali attrazioni che visitiamo sono anche luoghi di lavoro, animati da guardie, spazzini, donne delle pulizie e ufficiali che non ricevono ovviamente molte attenzioni dalla “massa” in viaggio.
Ma nonostante nelle sue immagini non sia presente la torre Eiffel o piazza San Marco a Venezia, il paesaggio ritratto risente ancora dell’aura che si è creata attorno a quel luogo da cartolina.
Il soggetto a cui solitamente nessuno è interessato, racchiude una prospettiva estremamente intrigante.
Riflette un contesto familiare ma comunque nuovo, dove i turisti e gli addetti ai lavori diventano protagonisti o elementi di contrasto.
Nel caso dei primi grazie alla loro banale semplicità, nel secondo caso grazie al loro contributo di cruda realtà.
Ritengo che il lavoro di questo fotografo rappresenti uno spunto interessante sia per chi mastica già la fotografia sia per chi si rispecchia di più nel classico turista.
Per quest’ultimo il progetto esemplifica un concetto che viene sempre trasmesso durante i corsi di fotografia, e cioè la necessità di trovare un proprio punto di vista sulle cose, una prospettiva diversa, un occhio più attento alla realtà che ci circonda.
https://olivercurtis.co.uk/portfolio/volte-face
http://griotmag.com/it/volte-face-lato-b-dei-monumenti-secondo-oliver-curtis/
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